I MicroMusei

Cosa avrebbe significato il camminare per Aversa e guardare dei nuovi cartelli posti all’inizio delle strade? Niente di trascendente certo, ma augurarsi in un minimo di approvazione da parte dei passanti sembrava ragionevole.

Non c’era molto da aggiungere all’idea originale.

Quello che mi sorprese fu che nel momento in cui potevo dire di aver ben chiaro cosa proporre all’amministrazione della mia citta, il punto d’arrivo, ovvero i nuovi cartelli, si trasformarono in un nuovo punto di partenza.

Un cartello come quello che avevo disegnato era semplicemente un palo con un pezzo di lamiera su cui era stampata un’immagine e poche parole. Niente di complicato quindi ma sufficiente, se messo nel punto giusto, a ricordare aspetti che sono parte della nostra storia. Rendere più vivido il ricordo, in questo caso di una persona (e poco importa se parliamo di un politico di destra, di sinistra, di centro o altro, qualche motivo doveva pur esserci se c’è una strada che lo ricorda), non sembrava quindi difficile.

Perché non andare oltre?

Se un cartello ben fatto poteva essere sufficiente ad incuriosire un passante, a maggior ragione poteva farlo un qualcosa come un espositore, una bacheca, uno spazio riempito di parole immagini e altro. Lo scopo sarebbe stato diverso da quello di un cartello stradale e anche le possibili scelte sul cosa proporre sarebbero state molto più numerose, ma il meccanismo sarebbe stato lo stesso.

Chiedersi se cose come queste interessano alle persone non era un buon punto di partenza. Mi accorsi che il motivo era che non si trattava di proporre una realizzazione singola, semplice da immaginare e di cui si può subito dire se può o non può piacere. Era qualcosa di più complesso e più ampio, per certi aspetti più interessante. Somigliava al proporre per Aversa un qualcosa di simile del discutere (con donne o uomini è lo stesso) di accessori alla moda, abiti nuovi, gioielli, prima ancora che sia possibile vederli realizzati provando solo a far intuire quello che potrebbe essere il risultato dell’averli addosso.

Col tempo ho considerato i diversi aspetti del progetto MicroMusei ma continuo a pensare che vada ancora sottolineato quello centrale.

Far leva sul desiderio di voler capire il mondo, sulla curiosità a volte attenta altre volte meno ma sempre positiva (non nel senso a cui il Covid ci ha abituati, ma positiva nella sua eccezione migliore) che in quanto uomini e donne ci appartiene, o che è lo stesso, trovare dei modi per portare tra i giovani, gli anziani e le persone tutte, delle testimonianze, degli esempi, delle rappresentazioni di tutto ciò che può dirsi cultura e conoscenza nel senso ampio del temine.

Una frase piuttosto lunga che genera in automatico una domanda: Quanto è difficile proporre cose che oltre ad essere interessati siano anche belle?

Nelle altre pagine del sito delle possibili risposte.

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