Dove e' Aversa su questa cartina ?
Una mappa senza indicazioni e nomi non aiuta a rispondere alla domanda.
Da lontano è solo un intreccio di linee di spessore diversi e anche dopo aver spostato con il mouse il punto interrogativo verso sinistra rimane da capire dove si trova il parco Pozzi, l’ospedale Moscati, l’arco dell’Annunziata…
Un posto come una città si può riconoscere passeggiando tra le sue strade e le sue piazze, ricordando i dettagli di un monumento, le forme di un edificio, accorgendosi delle cose nuove tra le cose vecchie
Una mappa in questo serve a poco…
Via Giorgio Amendola.
Abito in via G. Amendola al numero 10.
Un giorno esco da casa, guardo il cartello con il nome della strada e mi accorgo di non sapere chi fosse il signor Amendola. Sono rimasto fermo provando in qualche modo a giustificarmi ma poi ho dovuto accettare il fatto che dovevano esserci delle ragioni per le quali c’era una strada intitolata a suo nome, ma che non le conoscevo. Il cartello poteva rivelarsi un’occasione per colmare una lacuna tra le cose che conosco e Wikipedia sarebbe stata una soluzione veloce.
Non l’ho fatto, perlomeno non subito.
Il palo era arrugginito e la scritta ricoperta dai segni del tempo, ridotta a un qualcosa di appena utile per gli indirizzi e molto lontana dal rappresentare l’omaggio dato a una persona. Se al posto di Via G. Amendola si fosse letto Via XYZ sarebbe stato lo stesso, il postino avrebbe comunque fatto il suo lavoro e un navigatore fornito il percorso corretto.
Ho provato a domandarmi in quale altro modo poteva essere fatto.
Quello che pensavo era semplice: le città scelgono dei nomi per strade e piazze ma poi non trovano un modo, o non ritengono necessario cercarlo, per suggerire a chi lo legge perché sia valsa la pena ricordare la persona a cui la strada o la piazza è intitolata.
Ho provato a domandarmi e domandare quali erano i nomi di strade maggiormente conosciuti ottenendo dei risultati prevedibili. I quattro del risorgimento, Cavour, Garibaldi, Mazzini e Vittorio Emanuele sono tra i primi della lista, cosi come lo sono alcuni scienziati e scrittori famosi. Ma per Vincenzo Gemito, Paolo Riverso, Antonio Canova, Nicolò Iommelli e molti altri ho potuto verificare come fossero poche le persone a sapere chi erano e cosa avessero fatto.
Il passo successivo è stato quello di accorgermi che non sarebbe stato particolarmente difficile aggiungere un qualche dettaglio sui cartelli che giustificassero il perché di certe scelte e che una città, intesa sia nelle figure che la rappresentano e l’hanno caratterizzata e sia alle persone che abitano la città stessa, ne avrebbero avuto vantaggio.
Ho poi provato a disegnare un cartello che avesse come scopo quello di aggiungere al nome un qualcosa.
Niente di eccessivo, nessun riassunto della vita di una persona o l’elenco di tutte le città che attraversa il Po o di tutte le opere liriche composte da Verdi, solo un qualcosa di più che Via Giorgio Amendola – Politico.
Il modello sulla destra è solo un’idea, un punto di partenza, provvisorio così come lo sono la forma e i colori scelti.
La sensazione che ho provato disegnandolo era di come bastasse poco, di come una città che decidesse di mostrare attenzione alle persone ai posti e agli eventi, esprimendola anche solo attraverso un cartello lasciato all’inizio di una strada riuscisse, così facendo, a salire di un gradino nel lungo processo che porta a definire una propria identità.