Bacheche, vetrine ed espositori.

Ho disegnato alcuni modelli di vetrine tenendo conto del lato estetico e senza dimenticare una caratteristica che il progetto richiede ovvero la semplicità con cui possono essere allestite, smontate e riposizionate.
Quelle visibili in queste pagine possono essere realizzate con i metodi ordinari per le strutture destinate a restare all’aperto, ovvero corpo in metallo e verniciatura a polvere, con i vetri sostituiti da materiali sicuri come PVC, policarbonato o plexiglass. (Un esempio alternativo e di qualità è quello delle pensiline cromate poste vicino all’ingresso della metropolitana, belle ma che probabilmente necessitano di costi maggiori per essere realizzate.)

Le soluzioni possibili sono molteplici: vetrine ed espositori possono essere piccole, grandi, da appendere ad un muro, da lasciare in un angolo o vicino a degli alberi. Una sorta di decorazione di strade e di piazze capaci di integrarsi e realizzate nel rispetto di quello che già esiste.

Ci sono diversi accorgimenti che potrebbero essere integrati nei progetti. Una discreta illuminazione sarebbe utile, interna e autonoma, visto il basso consumo dei led e l’efficienza di piccoli pannelli fotovoltaici. Questi ultimi potrebbero essere inseriti nelle tettoie. Di sera l’effetto delle scene illuminate senza eccessi di luce sarebbe suggestivo.

Codici QR da porre nelle bacheche potrebbero essere utili per ascoltare, tramite un cellulare, delle brevi descrizioni su quello che si sta osservando. In un Museo reale le descrizioni sono in genere precise e dettagliate, nell’ottica dei MicroMusei l’approccio è diverso: puntando il cellulare sul QR accanto alla scena di don Abbondio e i Bravi quello che si potrebbe ascoltare è una voce dal tono rude che intima a don Abbondio di fermarsi e che poi prosegue con “…questo matrimonio non s’ha da fare…”, una voce quindi che non descrive ma partecipa alla scena, coinvolgente quanto basta per incuriosire e che lascia approfondimenti e dettagli sui Promessi Sposi a momenti diversi  da quelli di una visita ai MicroMusei.

Un pensiero estrapolato dal contesto in cui era nato, una frase famosa declamata in prima persona, la lettura di una poesia: l’elenco di soluzioni coerenti con il progetto è ricco di alternative.

Le simulazioni che seguono possono essere ruotate e viste a tutto schermo con l’ausilio del mouse.

Una vetrina stretta da posizionare lungo una strada frequentata.

La stessa di colore diverso.

A proposito dei Grossi Libri.

Anche se poco visibile nel modello ho disegnato al CAD un meccanismo che rende facile la sostituzione delle pagine. Ne risulta che cambiare i fogli è un’operazione semplice, facilitata dal fatto che gli stessi non sono fissati al dorso come per un libro reale. Se si decide di dedicare lo stesso Grosso Libro ad altri artisti o altri temi si potrà farlo senza particolari difficoltà.

Mi piace pensare che questo approccio minimalista, fatto di poche pagine agganciate ad un supporto lasciato ad un angolo di strada, con le pagine che provano ad essere interessati, mai di parte, non confuse con il web e la televisione, possa avere un ruolo, anche modesto, nel coinvolgere adulti e ragazzi altrimenti poco interessati alla lettura.

Non è mia intenzione pensare di contrastare in tal modo lo scarso interesse per i libri ancora diffuso nelle nostre zone.  Qualche tempo fa su Rai Radio 3 hanno trasmesso un servizio che descriveva come a Sharjah – Emirati Arabi – , in occasione del Salone Internazionale del Libro le famiglie girassero per gli stand con i carrelli. Fahrenheit è una trasmissione dedicata ai libri e alle idee e quindi in qualche modo di parte, ma ascoltarla poneva degli interrogativi.  Si può rimanere indecisi tra indifferenza, ammirazione e una punta di invidia per un emirato che ha basato la sua identità internazionale scommettendo sulla cultura sperando, se si è nel terzo gruppo, che la produzione culturale non si sposti troppo in paesi lontani dal nostro lasciandoci come unica alternativa il poco soddisfacente riposare sugli allori.

I Grossi Libri lasciati per le strade posso comunque fregiarsi del merito di essere in prima linea in tale tentativo.

Un Grosso Libro dedicato a Bob Marley.

Per quanto il reggae mi piaccia la scelta di prendere come esempio un cantante è stata solo casuale 

 

I cartelli stradali.

Giorgio Amendola (Roma, 21 novembre 1907 – Roma, 5 giugno 1980) è stato un partigiano, scrittore e politico italiano.

Adesso posso dire di sapere dove abito.

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