La Cassa Armonica

Questa è in qualche modo la realizzazione che per molti motivi sento più vicina.

Spazio, stelle, pianeti….
Parole che oscillano dall’essere un superbo risultato in termini di sintesi o solo il tentativo ingenuo di voler racchiudere in dei nomi le idee, le osservazioni e le domande che per secoli hanno reso incerto il pensiero di uomini e donne fermi a guardare il cielo di notte. Le usiamo e non sempre avvertiamo il lungo percorso, non ancora concluso, che è ancora racchiuso in esse.

Spazio, stelle, pianeti.
Oggi sappiamo come siano cose lontane oltre ogni immaginazione, fuori dalla portata dei nostri sensi, ma che per qualche strano motivo, forse perché nel nostro immaginario sono misteriose e ammantate di bello, sembra di conoscerle da sempre, un poco dimentichi delle domande che le hanno precedute, che ancora le accompagnano e del lungo percorso che ancora ci aspetta prima di poter dire di averle totalmente comprese.

Non è necessario essere dei poeti per provare a sentire più che cercare di capire che terra sotto i nostri piedi corre nel buio come loro sospesa senza un filo a sorreggerla, maestosa, a volte indifferente altre volte dispiaciuta del fatto che non ci accorgiamo che ci sorregge tutti anche quanto lo dimentichiamo.

A Caserta c’è un planetario ben realizzato e l’esperienza di un viaggio nello spazio stando seduti è coinvolgente.  Bisogna e prenotarsi, il prezzo del biglietto è alla portata di tutti ma questo non sembra essere un motivo sufficiente per spingere le persone, se non gli appassionati, a visitarlo.

Per molti sarebbe più semplice passeggiare per piazza Principe Amedeo, alzare lo sguardo e in qualche modo guardare coinvolti la Terra, Venere e Marte girare intorno al Sole. Poi continuare, scendere i gradini del gazebo e guardarsi intorno dedicando qualche minuto ancora alle vetrine con i tentativi fatti dall’uomo per capire dove siamo e dove potremmo un giorno andare e forse qualche pensiero, uno di quelli che fanno pensare, uno di quelli che faticano a trovare posto tra il conto della spesa e le rate da pagare, potrebbe avere in piazza Principe Amedeo la sua buona occasione.

Le possibili soluzioni per rendere reale la scena sono diverse. (Il modello si può ruotare ed è possibile vedere il planetario sotto la cupola di vetro che copre la Cassa Armonica.) Alcune sono semplici. Una struttura leggera sospesa ai bordi della cupola richiede solo di essere costruita a terra e poi sollevata.  Altre più complesse potrebbero porsi come obiettivo il simulare il movimento dei pianeti senza alcuna pretesa di rigore, altre ancora rispettare i tempi e le loro posizioni reciproche, permettendo quindi a chi guarda di poter sapere in ogni momento l’esatta posizione dei pianeti nel loro moto intorno al sole.

Nei secoli passati una realizzazione simile sarebbe stata complessa e costosa, anni di lavoro da affidare a raffinati artigiani e a complessi meccanismi in bronzo e ferro.  Oggi la tecnologia moderna rende tutto, sarebbe eccessivo dire semplice, ma di sicuro maggiormente fattibile diminuendo di molto i costi e il lavoro necessario. Utilizzare motori passo passo piuttosto che molle in acciaio facilita di molto il lavoro, Niente che possa eguagliare, come risultato, delle cose costruite a mano, ma comunque tali da garantire dei risultati interessanti e belli da vedere.

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